L’occupazione tedesca fu male accolta dalla maggioranza della popolazione italiana. Ricordi risorgimentali e della Grande Guerra avevano fatto vivere a lungo l’immagine del “tedesco nemico secolare”. Il tentativo fascista di rendere popolare l’alleanza non aveva avuto successo e quell’ostilità venne rinnovata dallo spettacolo dei militari deportati e dalla convinzione che i tedeschi fossero causa del proseguimento del conflitto.
Nella cornice di tale stato d’animo fu affrontata la scelta cruciale: Regno del Sud e RSI si contendevano la lealtà degli italiani. Da una parte l’istituzione regia, simbolo dell’unità nazionale, che chiamava a battersi a fianco delle potenze antifasciste, e dall’altra il fascismo, che si appellava all’onore di un popolo che non avrebbe dovuto tradire il suo alleato. Tra questi due pretendenti un terzo avanzava le sue ragioni: quello che si opponeva tanto al fascismo quanto al re in nome di una Italia nuova, democratica e antifascista. Tale era la scelta che si prospettava agli italiani.
Le forze dell’antifascismo, riunite in quelli che sull’esempio francese si chiamarono Comitati di Liberazione Nazionale – CLN, si posero il problema di come affrontare sul terreno militare, oltre che su quello ideale, i fascisti e i nazisti. L’organizzazione della lotta armata non fu facile né semplice: c’erano problemi di armamento, di organizzazione, di addestramento e c’erano anche antifascisti riluttanti a scendere in un confitto armato. Su questi ultimi fu rovesciata l’accusa infamante di attendismo, che in molti casi non rendeva loro giustizia.
Le prime azioni di guerra furono attuate da militari che non vollero arrendersi ai tedeschi nelle isole greche, o in alcune città italiane o infine da militari sfuggiti alla cattura (La prima Resistenza e la Resistenza militare). La superiorità di mezzi e di uomini dispiegata dalla Wehrmacht ebbe presto ragione del coraggio disperato di questi italiani. Successivamente, con l’incoraggiamento e la propaganda dei partiti antifascisti, nuove reclute vennero a ingrossare le fila dei ribelli perché la RSI pubblicò bandi di leva (bandi Graziani) per creare un proprio esercito regolare. La renitenza, dopo un primo tiepido successo della chiamata alle armi, si ampliò alla maggioranza dei coscritti sia per il rifiuto della guerra in quanto tale sia per il rifiuto dello Stato fascista.

La Resistenza fu un fenomeno multiforme, legato a condizioni ambientali e a congiunture specifiche; non esistette un unico modello né per il reclutamento né per l’organizzazione. Ci furono formazioni partigiane politicamente qualificate e ci furono formazioni partigiane autonome, le quali professavano in genere lealtà monarchica ed erano indicate come “badogliane”. I partiti riuniti nel CLN dell’Alta Italia CLNAI si impegnarono, pur attraverso un vivace dibattito interno, alla creazione di un comando unico che assunse la guida del Corpo Volontari della Libertà – CVL. Successivi accordi con il governo di Roma e con gli alleati portarono al riconoscimento formale della struttura e alla delega dei poteri per l’Alta Italia.
La guerriglia non fu condotta solo sulle montagne: era diretta a non dare tregua agli avversari, che dovevano sentirsi insicuri ovunque. Nelle città il compito di creare questa condizione di guerriglia fu assunto dai Gruppi d’Azione Patriottica – GAP. Nella prospettiva dell’insurrezione vennero poi costituite le Squadre d’Azione Patriottica – SAP, con compiti diversi ma ugualmente agenti nelle città.
1944
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Gli Alleati sbarcano ad Anzio ma, dopo l’iniziale sorpresa, i tedeschi reagiscono. Gli Alleati riescono a tenere questa testa di ponte ma dovranno attendere quattro mesi per riprendere l’avanzata verso Roma.
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Il Cln di Milano si trasforma in Cln Alta Italia ed assume la direzione politica e militare della Resistenza. Il Partito d’Azione e i socialisti riuniscono le proprie formazioni nelle brigate Giustizia e Libertà e nelle brigate Matteotti; altre, di orientamento monarchico o cattolico, rimangono autonome.
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La Rsi istituisce la pena di morte per i renitenti alla leva.
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Grande sciopero politico nell’Italia occupata.
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Il campo di Fossoli, attivo dal dicembre 1943, diventa Campo di polizia e transito per ebrei ed oppositori politici, gestito dal comando SS di Verona.
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Strage di Monchio, Susano e Costrignano,nell’Appennino modenese. 136 persone inermi sono trucidate e i paesi saccheggiati e incendiati. Due giorni dopo la stessa sorte tocca a Cervarolo di Villa Minozzo, nell’Appennino reggiano, dove sono uccisi dai nazisti 24 civili.
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Attacco partigiano in via Rasella a Roma, uccisi 33 soldati tedeschi; per rappresaglia massacro nelle cave delle Fosse Ardeatine di 335 italiani rastrellati e detenuti politici.
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Nel Consiglio nazionale del Partito comunista Palmiro Togliatti, segretario del partito, presenta la nuova linea politica, che sarà definita ‘la svolta di Salerno’. Egli intende superare lo scoglio istituzionale monarchia-repubblica, che fino a quel momento aveva diviso le forze antifasciste, per concentrare tutto l’impegno nella lotta contro il nazifascismo.
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Costituito a Napoli il Corpo italiano di liberazione (Cil).
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Si forma il nuovo governo di unità nazionale, ancora presieduto da Badoglio.
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Inizia l’ultima delle ‘battaglie di Montecassino’ per sfondare la linea Gustav tenuta dai tedeschi e procedere su Roma. Cassino è finalmente presa il 18.
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Scade l’ultimatum fascista diretto ai ‘ribelli’ affinché rientrino “nella legalità”.
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Nascono in pianura le prime Squadre armate patriottiche (Sap) che si affiancano ai Gap con il compito di ampliare la partecipazione popolare alla lotta partigiana.
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Roma viene liberata dagli Alleati.
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Sbarco alleato in Normandia, nel nord della Francia.
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Si costituisce il Corpo volontari della libertà (Cvl), per l’unificazione di tutte le formazioni partigiane, al comando del generale Cadorna. Nasce a Roma la Confederazione generale italiana del lavoro.
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Dopo le dimissioni di Badoglio nasce un nuovo governo presieduto da Ivanoe Bonomi, composto dai rappresentanti dei vari partiti antifascisti. Nasce la Repubblica partigiana di Montefiorino. Sono elette dalla popolazione giunte popolari.
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Nasce il Comando militare per l’Alta Italia del Cvl, con il compito di coordinare le azioni delle brigate partigiane.
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Il Partito fascista repubblicano si trasforma in organizzazione militare: nascono le Brigate nere.
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Attentato contro Hitler nel suo quartier generale.
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Gli internati politici e razziali del campo di concentramento di Fossoli vengono trasferiti a Gries, vicino a Bolzano. Il campo cessa le sue funzioni nel sistema di deportazione nazista, ricoperte ora da Bolzano e dalla Risiera di San Sabba a Trieste.
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Le prime formazioni partigiane occupano il centro di Firenze, i combattimenti per la liberazione della città proseguiranno fino alla fine del mese di agosto.
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Eccidio nazista a Sant’Anna di Stazzema, 570 civili sono massacrati per rappresaglia.
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Sbarco alleato in Provenza, nel sud della Francia.
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Inizia l’Operazione Olive, che punta allo sfondamento della linea Gotica, raggiunta il 30 sul fronte Adriatico.
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Nasce la Repubblica partigiana dell’Ossola.
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Inizia il grande attacco combinato degli Alleati su tutta la linea Gotica, con obiettivo Bologna.
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Nasce la Repubblica partigiana della Carnia, in Friuli.
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Gli Alleati mutano la direttrice dell’attacco alla linea Gotica, spostandola dalla strada Montanara in direzione Imola alla statale 65 che collega il passo della Futa direttamente a Bologna.
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Si costituisce la Repubblica partigiana della Langhe.
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L’offensiva alleata nel settore centrale della linea Gotica si arresta a pochi chilometri da Bologna.
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Inizia il massacro di Monte Sole, nell’Appennino bolognese. Al termine delle operazioni, il 5 ottobre, risultano uccisi dai nazisti 770 civili.
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Battaglia di Porta Lame a Bologna tra partigiani e nazifascisti. È il più importante combattimento urbano sostenuto nelle città italiane prima dell’insurrezione di aprile.
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Forlì, ‘città del Duce’, è liberata dai partigiani e dagli Alleati dopo intensi combattimenti.
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Proclama del generale Alexander per la cessazione delle operazioni militari su larga scala sul fronte italiano.
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Battaglia tra partigiani e nazifascisti nel quartiere Bolognina, nella periferia di Bologna.
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Costituzione del Comando generale per l’Italia occupata. Liberazione di Ravenna. La città viene presa dai partigiani e dagli Alleati sulla base di un piano predisposto dal comando della 28ª brigata Gordini.
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Una delegazione del Clnai stipula a Roma un accordo con i comandi alleati, che assicurano alle formazioni partigiane il sostegno militare e finanziario.
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Dopo le dimissioni del 25 novembre si forma un nuovo governo, sempre presieduto da Bonomi.
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Nella pianura ravennate si concludono le operazioni invernali e il fronte si arresta sulla linea tracciata dal fiume Senio, che dalle colline scende fino alle valli di Comacchio.
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Il governo Bonomi riconosce il Clnai quale proprio rappresentante nei territori occupati dai nazisti.