1918-1922

Il dopoguerra e l'avvento del fascismo

- Didattica -

La violenza squadrista e la marcia su Roma. La presa del potere del fascismo nel primo dopoguerra avvenne attraverso lo scatenamento della violenza squadrista e culminò con l’evento – anche fortemente simbolico – della marcia su Roma. Si propongono perciò percorsi didattici che permettono di esaminare diversi aspetti di questo argomento: l’attività delle squadre di azione fasciste, le caratteristiche della violenza esercitata contro le persone e quella contro le cose, l’uso dell’umiliazione come arma politica, l’esibizione della violenza. Inoltre, si analizzano gli appoggi politici ed economici che ebbero le squadre d’azione fasciste e le connivenze che ne assicurarono libertà di manovra e impunità nelle azioni. Infine, si approfondisce la dimensione delle resistenze che furono opposte all’ascesa del fascismo. Relativamente alla marcia su Roma si propone uno sguardo iniziale sul clima di violenze che accompagnò l’evento, quindi un’analisi del documentario fascista «A noi», emblematico dell’autorappresentazione della marcia, infine si presenta un confronto tra diverse interpretazioni della marcia e uno sguardo al racconto mitico della marcia nelle scuole del ventennio.

La violenza dello squadrismo fascista

Il termine «squadrismo» richiama storicamente l’esplosione della violenza fascista, a cui si assistette in Italia tra il 1919 e il 1922, esercitata nei confronti di oppositori politici, sedi della loro attività e simboli della loro fede politica.

Questo fenomeno politico-sociale non fu utilizzato uniformemente sull’intero territorio della penisola ma fu concentrato soprattutto in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Puglia: vale a dire nelle regioni in cui – durante il biennio 1919-1920 – il Partito socialista e il Partito popolare avevano conquistato democraticamente l’amministrazione di numerosissimi Comuni e gettato le basi per sostanziali riforme economico-sociali, regioni nelle quali i sindacati operai e contadini avevano ottenuto importanti vittorie sul padronato, rappresentando una minaccia per l’ordine sociale e il potere costituito.

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La marcia su Roma

La marcia su Roma fu realizzata al culmine di due anni di violenze fasciste che sbaragliarono le organizzazioni di sinistra e i sindacati socialisti e cattolici. La violenza delle «squadre d’azione» colpì gli attivisti dei partiti antifascisti o dei sindacati per umiliarli e terrorizzarli.

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