Quali sono le componenti dell’esaltazione nazionalista nella versione fascista?
L’esordio fu il culto della memoria della Grande guerra. Quasi ogni famiglia italiana era stata colpita da un lutto, quasi ogni famiglia aveva un caduto da ricordare. Su questo dolore si innestò un’esaltazione della Grande guerra che muoveva dal ricordo per innestare su questo la sacralizzazione del sacrificio e promuovere la condanna di quanti si erano opposti alla guerra o che ne avevano denunciati gli orrori e gli inutili lutti. L’evento centrale di questa operazione fu la tumulazione a Roma, all’Altare della Patria, della salma del Milite Ignoto. L’esaltazione di questo evento, che peraltro costituì un atto di coesione nazionale e patriottica in quasi tutti i paesi europei, fu utilizzato dai fascisti per legittimare la persecuzione e la denigrazione dei socialisti, dei comunisti e infine di tutti i democratici che si erano fatti sostenitori di una pace che non imponesse il dominio italiano ai popoli vicini. Fu questo il caso delle province orientali, abitate da un mosaico di popoli – italiani, ladini, sloveni, croati – che l’Italia conquistatrice (sia i governi liberali sia i fascisti) volle adeguare alla propria “civiltà”, con una politica di snazionalizzazione. Questa si sostanziò nella soppressione ogni loro diritto ad usare la propria lingua e a conservare le proprie tradizioni. Non diversamente si comportò il Regno nei confronti degli altoatesini, o sud tirolesi come essi stessi si definivano (Alto Adige – Sud Tirolo). In tali provincie si sviluppò un fascismo fortemente xenofobo la cui azione fu la radice di infiniti lutti e le cui conseguenze in qualche misura si avvertono ancor oggi.

La civiltà italiana mitizzata dal fascismo trovò la propria radice nel ricordo di Roma: la civiltà romana e la grandezza dell’Impero dei Cesari, magnificati soprattutto nei loro aspetti guerrieri, divennero la pietra di paragone a cui la “nuova” Italia fascista doveva ispirarsi. L’epicentro di simile celebrazione fu ovviamente Roma, che conobbe grandi lavori destinati a riportare alla luce le vestigia della romanità, ad esempio via dei Fori Imperiali sacrificando anche tracce non meno importanti di età successive.
Le grandezza dell’antica Roma venne fatta riverberare su Mussolini: il Duce, titolo scritto a tutte lettere maiuscole, venne celebrato come la reincarnazione dei grandi condottieri, dei grandi pensatori e artisti della storia d’Italia, dando vita al culto del Duce.
La guerra d’Etiopia, celebrata come il ritorno dell’Impero “sui colli fatali di Roma” (così tuonò Mussolini nel suo discorso annunciante la vittoria), guadagnò al fascismo molte adesioni. Non vi fu settore della società italiana che non fosse contagiato da un entusiasmo patriottico che oggi di appare davvero improprio, tanto più che quella guerra portò allo scoperto i temi del razzismo italiano, convogliato nel primo tempo sulle popolazioni africane ma già pronto a indirizzarsi verso gli alloglotti e gli ebrei.
1935
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Il generale Rodolfo Graziani nominato governatore della Somalia. Ha inizio la mobilitazione e la partenza per l'Africa Orientale di consistenti reparti militari.
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Partito comunista e PSI prendono posizione contro il rischio di una guerra in Etiopia. Anche le altre organizzazioni antifasciste si mobilitano.
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Il Consiglio dei ministri istituisce il "sabato fascista" da dedicare all'educazione militare e politica.
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Invasione dell’Etiopia da parte delle truppe italiane.
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La Società delle nazioni dichiara l’Italia paese aggressore e vota blande sanzioni economiche.
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Congresso a Bruxelles degli italiani all’estero contro la guerra di Etiopia.
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“Giornata della fede”: gli italiani sono invitati a consegnare le fedi nuziali e altri oggetti d'oro per sostenere la guerra in Etiopia e l'‘assedio economico’ imposto dalla Società delle nazioni.
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Discorso di Mussolini che annuncia l'avvio della politica "autarchica".
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Incontro a Berlino tra i responsabili della polizia italiana e tedesca per concordare una strategia comune di repressione degli oppositori politici.
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Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, è occupata dalle truppe italiane.
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Mussolini proclama la costituzione dell’Impero. Vittorio Emanuele III assume il titolo di Imperatore di Etiopia, Eritrea e Somalia. Badoglio viene nominato viceré d'Etiopia. Nel corso del conflitto gli italiani hanno avuto 4.840 morti (più altre migliaia tra le truppe coloniali). Gli abissini denunciano oltre 700.000 morti tra militari e civili.
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Badoglio torna in Italia a riprendere il suo posto di capo di stato maggiore generale. Graziani subentra nella carica di viceré di Etiopia e scatena una feroce controguerriglia nei confronti dei patrioti abissini.
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La Società delle nazioni abroga le sanzioni economiche contro l’Italia.
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Ha inizio la guerra civile spagnola. Mussolini fornisce aiuti militari, poi decide di intervenire direttamente con l’invio di ‘volontari’.
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Viene costituita la Colonna Italiana che porta il nome di Francisco Ascaso. Comandata da Carlo Rosselli, è impiegata sul fronte d'Aragona.
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Si costituisce a Barcellona la Colonna Gastone Sozzi, composta da antifascisti italiani ed europei. Viene aggregata alla Colonna Libertad delle milizie popolari della Catalogna.
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Varca la frontiera dei Pirenei il primo contingente delle Brigate Internazionali: sono circa 900 volontari, tra cui 150 italiani.
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Viene costituita la XI brigata internazionale. Gli italiani sono inquadrati nel battaglione Garibaldi, agli ordini di Randolfo Pacciardi. Sono oltre tremila volontari, socialisti, comunisti e repubblicani. Il battaglione avrà cinquecento caduti.
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Costituita la XII brigata internazionale. Anche in questo caso gli italiani sono inquadrati nel battaglione Garibaldi, il comunista Luigi Longo è nominato commissario politico della brigata.
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L'Italia fascista riconosce ufficialmente il governo di Franco.
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La Camera tributa a Mussolini il titolo di "Fondatore dell'Impero". Scattano in tutta Italia numerosi arresti di antifascisti che organizzano la raccolta di aiuti e la partenza di volontari in difesa della Repubblica spagnola.
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Sbarca in Spagna il primo contingente del Corpo Truppe Volontarie mandato da Mussolini a sostegno di Franco. Complessivamente andranno in Spagna 79.000 ‘volontari’ italiani tra esercito, marina e aviazione, di cui 6.000 caduti e 15.000 feriti.
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Attentato contro il viceré Graziani ad Addis Abeba. Violenta rappresaglia italiana con centinaia di fucilazioni. Interi quartieri della città sono dati alle fiamme.
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Per decisione del Gran Consiglio, diventa obbligatoria l'iscrizione al Fascio di tutti i dipendenti pubblici.
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Nella battaglia di Guadalajara, in Spagna, le Camicie nere sono sbaragliate dai volontari delle Brigate internazionali.
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Congresso antifascista a Lione. Partito comunista, PSI, PRI, GL e LIDU danno vita all’Unione popolare italiana.
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Muore a Roma Antonio Gramsci, leader del Partito comunista d’Italia.
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Riorganizzazione della XII brigata internazionale, intitolata a Garibaldi e composta prevalentemente da antifascisti italiani.
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ei drammatici scontri nelle file repubblicane a Barcellona è ucciso dagli stalinisti Camillo Berneri, uno dei massimi esponenti del movimento anarchico italiano.
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Il Ministero per la stampa e propaganda si trasforma in Ministero della Cultura popolare (Minculpop).
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Assassinio dei fratelli Carlo e Nello Rosselli a Bagnoles de l'Orne da parte di elementi della Cagoule, organizzazione fascista francese sovvenzionata dall'OVRA mussoliniana.
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L'Opera nazionale Balilla si trasforma in Gioventù italiana del littorio (GIL) e viene direttamente inquadrata nei ranghi del PNF.
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L’Italia entra nel Patto Anticomintern, già in atto da un anno tra la Germania e il Giappone.