3. La seconda guerra mondiale: i fronti di guerra 1940-1943

L’Italia entrò in guerra al seguito della Germania, dopo un periodo di attesa (la non belligeranza) che si prolungò fino a quando la Francia non fu sconfitta. Nel maggio 1940 la Wermacht infatti scatenò un’offensiva che in breve tempo mise in ginocchio le forze anglofrancesi; e il 10 giugno, con il consueto reboante discorso agli Italiani, Mussolini annunciò di aver dichiarato guerra a Francia e Inghilterra.
L’iniziale strategia mussoliniana prevedeva di condurre una guerra parallela e indipendente rispetto a quella tedesca in modo da assicurare al fascismo un consistente bottino e porlo al riparo dalla concorrenza tedesca.
Le operazioni militari italiane si svolsero su tre grandi fronti: in Europa, dopo la ingloriosa vittoria sulla Francia, le armate italiane attaccarono nei Balcani e in Grecia e successivamente furono ingaggiate a sostenere l’attacco alla Russia. Il secondo fronte avrebbe dovuto essere la guerra nel Mediterraneo, dove la Marina avrebbe dovuto contrastare la potenza navale inglese, ma dove l’Italia si rivelò assolutamente impari agli obiettivi proposti. Il terzo fronte fu l’Africa: l’Etiopia e la Libia.

 

Ripetutamente sconfitta su ciascuno di questi fronti, l’Italia di Mussolini si trovò di fatto ostaggio della potenza militare tedesca. La preparazione italiana si rivelò del tutto inadeguata per motivi che gli studiosi riassumono così:

1) la produzione industriale a fini bellici era inadeguata rispetto all’entità del conflitto in corso sotto il profilo sia quantitativo sia qualitativo. Dopo la sconfitta gli industriali elaborarono la tesi secondo la quale gli sforzi dell’industria furono sabotati dall’insipienza e dalla corruzione della politica. Questa interpretazione, per quanto diffusa, è poco convincente se si tiene conto degli ampi margini di assoluta discrezionalità concessi agli imprenditori.

2) le alte gerarchie militari, che avevano avuto mano libera nella gestione della Forze Armate, impostarono tutta la loro strategia secondo una concezione arretrata, ferma all’esperienza della prima guerra mondiale: quest’ultima era stata una guerra di posizione, mentre la seconda si rivelò in poco tempo guerra di movimento. Di qui l’importanza dei trasporti, delle truppe corazzate, dell’aviazione che non furono forniti in misura e con requisiti adeguati alle necessità.

3) scarsa la motivazione delle truppe e degli stessi ufficiali, costretti gli uni e gli altri a cimentarsi con nemici non solo più attrezzati dal punto di vista dell’armamento, della comunicazioni e dei trasporti, ma anche più convinti della bontà della causa per la quale si battevano.

I fronti di guerra: la Campagna d’Africa e del Mediterraneo, la Campagna di Francia, la Campagna di Grecia, la Campagna di Jugoslavia e la Campagna di Russia.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *