1936-1943

La politica estera fascista, la guerra

1936-1943


Espansione, conquista, impero. Il fascismo guidato dall’orgoglio nazionalista e dal disegno di imporsi sul piano internazionale, si propone di fare degli italiani un popolo guerriero. Impegna il paese in imprese che devono dare grandezza e prestigio, fa allo stesso tempo di questi temi un formidabile strumento di propaganda e di esaltazione del suo duce. Libia, Etiopia, l’aiuto a Franco in Spagna, l’Albania; l’uso dei gas e le sanzioni della Società delle Nazioni. Ci si ferma? Con un asse la dittatura sceglie un alleato che promette di esser completamente affidabile sul piano della forza, e non ci si chiede, o non si vuol vedere se l’Italia è in grado di stare alla pari. La politica estera porta infine nell’intervento nella guerra scatenata dalla Germania. Le debolezze dell’Italia fascista si rivelano ma, fino alla fine, si illudono e seduco la maggior parte degli italiani. Così, i “combattenti di terra, di mare dell’aria; le “camice nere della rivoluzione e delle legioni”; gli “uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del Regno d’Albania”, scoprono che “Vincere, e Vinceremo!!!”, significa: guerra, dramma, tragedia.

1. Nazionalismo e guerra

Decisiva caratteristica del fascismo furono fin dagli inizi le sue scelte sul piano internazionale. Il fascismo era nato dalla guerra e dalla guerra trasse gran parte dei suoi simboli e della sua mitologia: i riti funerari e guerrieri, il culto della forza e del coraggio; e soprattutto il culto della patria, declinato secondo l’ideologia del nazionalismo. Il nazionalismo aveva predicato che il motore della storia era rappresentato dalla lotta tra le nazioni e non dalla lotta di classe, come insegnava la dottrina marxista; e il fascismo fece di questo assioma il cardine della sua azione internazionale. La questione adriatica, il colpo di mano su Fiume e D’Annunzio, la Vittoria mutilata non furono solo temi propagandistici ma divennero anche direttive di politica estera. Per il fascismo comunque la politica estera non coincise completamente con quella del nazionalismo: fu una parte e uno strumento per la costruzione dello Stati totalitario.

 

Nella politica estera fascista possiamo distinguere (fino al 1940) tre fasi:

1° fase 1922- 1925. Il fascismo seguì le linee della tradizione liberale per inserirsi negli equilibri europei, alternando l’appoggio al rigido atteggiamento francese sulla questione delle riparazioni tedesche all’avvicinamento all’Inghilterra; nei Balcani cercò buoni rapporti anche la Jugoslavia, considerato nemica a causa delle rivendicazioni adriatiche, e si spinse fino al riconoscimento diplomatico dell’URSS. Un solo atto di fragorosa affermazione di forza: l’occupazione di Corfù nel 1923, indirizzata a intimidire la Grecia.

2° fase 1925 -1932. L’Italia fascista appoggiò le pretese di revisione dei trattati di Versailles sostenute soprattutto dall’Ungheria; mirò a scalzare l’influenza francese nei Balcani e a isolare la Jugoslavia fornendo larghi aiuti a tutti i movimenti di stampo fascista in area balcanica, tra cui quello del «duce croato» Ante Pavelic. Negli stessi anni proseguiva la riconquista violenta della Libia.

3° fase 1933 -1939. La conquista del potere in Germania da parte di Hitler mise in luce consonanze ideologiche ma suscitò anche allarme per l’espansionismo nazista che non tardò a palesarsi. Nel 1934 Mussolini decise perciò di difendere l’Austria contro l’Anschluss voluto da Hitler, anche in nome dell’espansione economica italiana nei Balcani. Ne conseguì un riavvicinamento con la Francia, dopo il quale Mussolini lanciò l’attacco all’Etiopia: era l’attuazione del programma imperiale. La guerra d’Etiopia, condotta in opposizione alla Società delle Nazioni che comminò al paese aggressore quelle che Mussolini definì le inique sanzioni, lasciò l’Italia isolata sul piano internazionale; di qui venne dall’ottobre 1936 il riavvicinamento sempre più stretto alla Germania. La prima prova dell’alleanza fu la comune partecipazione alla guerra civile di Spagna. L’alleanza tra i due totalitarismi si precisò con il patto anti-Comintern nel 1937. L’appoggio italiano si manifestò ancora nel settembre 1938 alla conferenza di Monaco, che consentì a Hitler l’occupazione dei Sudeti. Ma l’alleanza venne formalizzata solo nel 1939, proprio mentre Hitler occupava Boemia e Moravia, atto finale dello smembramento della Cecoslovacchia, compiuto all’insaputa dell’alleato italiano. La risposta di Mussolini fu l’occupazione dell’Albania, di cui Vittorio Emanuele III fu proclamato re.
Guidato dall’orgoglio nazionalista e dal disegno di imporsi sul piano internazionale, il fascismo si propose di fare degli italiani un popolo guerriero, impegnò il paese in imprese che dovevano dargli grandezza e prestigio, facendo allo stesso tempo di questi temi un formidabile strumento di propaganda e di esaltazione del suo duce. Ma alla fine scelse, pur diffidandone, un alleato che prometteva di esser completamente affidabile sul piano della forza, senza che l’Italia fosse in grado di stargli alla pari. Questa parabola della politica estera, che sboccò infine nell’intervento nella guerra scatenata dalla Germania, rivela le debolezze dell’Italia fascista; ma fino alla fine illuse e sedusse la maggior parte degli italiani.

Cronologia 1929 - 1934

1929


  • Scioglimento della Camera dei deputati e convocazione del collegio unico nazionale (lista unica nazionale di 400 nominativi scelti dal Gran consiglio del fascismo).

  • Vengono firmati i Patti Lateranensi tra Regno d’Italia e Santa sede. La religione cattolica è riconfermata religione dello Stato.

  • Elezioni plebiscitarie della Camera dei deputati. Votano a favore della lista fascista il 98,4 per cento dell’elettorato (9.500.000 aventi diritto), contro l’1, 6 per cento.

  • Fuga di Carlo Rosselli, Emilio Lussu e Francesco Nitti dal confino di Lipari. Raggiunta Parigi, Rosselli fonda il movimento Giustizia e Libertà.

1930


  • L’ufficio politico del Partito comunista decide di riportare la direzione politica del partito in Italia. Nasce il ‘centro interno’ guidato da Camilla Ravera. Arrestata in luglio, sarà sostituita da Pietro Secchia.

  • Risultano iscritti alle varie organizzazioni fasciste (Partito, Opera Balilla, sindacati, ecc.) circa 10 milioni di italiani (su una popolazione di 40 milioni).

  • Convegno di Grenoble del Partito socialista. Decisa la fusione con i riformisti. I terzinternazionalisti escono dal partito per aderire al Partito comunista. Il congresso dell’unità socialista si svolge a Parigi in 20 luglio.

  • I gruppi aderenti alla Concentrazione antifascista approvano un patto d’unità d’azione.

  • Approvati il nuovo codice penale e di procedura penale (Codice Rocco). Reintrodotta la pena di morte per i reati non politici.

  • Arrestati a Milano, grazie ad un infiltrato della polizia, i membri del gruppo dirigente di Giustizia e Libertà.

1931


  • Fucilazione di Michele Schirru, condannato a morte dal Tribunale speciale.

  • Entra in vigore la disposizione del 1928 dello scioglimento delle organizzazioni giovanili cattoliche. Proteste di Pio XI, violenze fasciste contro l’Azione cattolica in varie parti d’Italia.

  • Testo unico della legge di pubblica sicurezza

  • Entrata in vigore del nuovo codice penale d'ispirazione fascista. Blocco delle iscrizioni al Partito fascista. Il segretario dell'Opera Balilla istituisce "I figli della lupa", reparti di bambini di età inferiore ai 7 anni.

  • Viene dichiarata l’incompatibilità tra iscrizione al Fascio e appartenenza all'Azione Cattolica.

  • Accordo a Parigi tra Partito socialista e Giustizia e Libertà. In novembre GL entrerà nella Concentrazione antifascista, con il compito specifico di organizzare azioni antifasciste in Italia.

  • La Gazzetta Ufficiale pubblica il decreto relativo al giuramento di fedeltà al fascismo imposto ai docenti universitari: 1.200 professori giurano, 12 si rifiutano e perdono la cattedra.

  • Accordo tra Stato italiano e Santa sede: riconosciuta l’autonomia del l'Azione Cattolica, ma divieto di nominare dirigenti che abbiano trascorsi antifascisti.

  • Inizia la bonifica dell'Agro Pontino; è il periodo delle grandi opere fasciste.

1932


  • Fucilazione di Angelo Sbardellotto e Domenico Bovone, condannati a morte dal Tribunale speciale.

  • Amnistia in occasione del decennale del regime fascista, che coinvolge i detenuti politici con condanne inferiori ai cinque anni. Sono liberati 639 detenuti (su 1.056) e 595 confinati.

  • Per celebrare il decennale della Marcia su Roma, si inaugura nella capitale la Mostra della rivoluzione fascista.
    Novembre

1933


  • Viene costituito l’Istituto della ricostruzione industriale.

  • Nascono l’Istituto nazionale fascista assicurazione infortuni sul lavoro e l’Istituto nazionale fascista della previdenza sociale.

  • Con un Decreto legge è stabilito che l'iscrizione al Partito nazionale fascista è requisito essenziale per l'assunzione nel pubblico impiego.

1934


  • Seconde ‘elezioni plebiscitarie’ della Camera dei deputati. I voti contrari sono 15.201 (pari allo 0,15 per cento) su oltre 10 milioni.

  • Arrestato il gruppo dirigente di Giustizia e Libertà di Torino, all’interno del quale – come sottolineano i fascisti – è presente un folto gruppo di «ebrei antifascisti al soldo dei fuorusciti».

  • A Parigi si scioglie, per contrasti tra GL e Partito socialista, la Concentrazione d’azione antifascista.

  • A Parigi stipulato un patto d’azione tra PSI e Partito comunista.

  • Vengono istituiti il servizio "premilitare" per i giovani dai 18 ai 21 anni di età e l'insegnamento della Cultura militare nelle scuole medie.

  • Incidente di Ual-Ual – al confine tra Somalia ed Etiopia – tra reparti dell’Esercito italiano e truppe etiopiche.

2. La Nazione e l`Impero

Quali sono le componenti dell’esaltazione nazionalista nella versione fascista?
L’esordio fu il culto della memoria della Grande guerra. Quasi ogni famiglia italiana era stata colpita da un lutto, quasi ogni famiglia aveva un caduto da ricordare. Su questo dolore si innestò un’esaltazione della Grande guerra che muoveva dal ricordo per innestare su questo la sacralizzazione del sacrificio e promuovere la condanna di quanti si erano opposti alla guerra o che ne avevano denunciati gli orrori e gli inutili lutti. L’evento centrale di questa operazione fu la tumulazione a Roma, all’Altare della Patria, della salma del Milite Ignoto. L’esaltazione di questo evento, che peraltro costituì un atto di coesione nazionale e patriottica in quasi tutti i paesi europei, fu utilizzato dai fascisti per legittimare la persecuzione e la denigrazione dei socialisti, dei comunisti e infine di tutti i democratici che si erano fatti sostenitori di una pace che non imponesse il dominio italiano ai popoli vicini. Fu questo il caso delle province orientali, abitate da un mosaico di popoli – italiani, ladini, sloveni, croati – che l’Italia conquistatrice (sia i governi liberali sia i fascisti) volle adeguare alla propria “civiltà”, con una politica di snazionalizzazione. Questa si sostanziò nella soppressione ogni loro diritto ad usare la propria lingua e a conservare le proprie tradizioni. Non diversamente si comportò il Regno nei confronti degli altoatesini, o sud tirolesi come essi stessi si definivano (Alto Adige – Sud Tirolo). In tali provincie si sviluppò un fascismo fortemente xenofobo la cui azione fu la radice di infiniti lutti e le cui conseguenze in qualche misura si avvertono ancor oggi.

La civiltà italiana mitizzata dal fascismo trovò la propria radice nel ricordo di Roma: la civiltà romana e la grandezza dell’Impero dei Cesari, magnificati soprattutto nei loro aspetti guerrieri, divennero la pietra di paragone a cui la “nuova” Italia fascista doveva ispirarsi. L’epicentro di simile celebrazione fu ovviamente Roma, che conobbe grandi lavori destinati a riportare alla luce le vestigia della romanità, ad esempio via dei Fori Imperiali sacrificando anche tracce non meno importanti di età successive.

Le grandezza dell’antica Roma venne fatta riverberare su Mussolini: il Duce, titolo scritto a tutte lettere maiuscole, venne celebrato come la reincarnazione dei grandi condottieri, dei grandi pensatori e artisti della storia d’Italia, dando vita al culto del Duce.
La guerra d’Etiopia, celebrata come il ritorno dell’Impero “sui colli fatali di Roma” (così tuonò Mussolini nel suo discorso annunciante la vittoria), guadagnò al fascismo molte adesioni. Non vi fu settore della società italiana che non fosse contagiato da un entusiasmo patriottico che oggi di appare davvero improprio, tanto più che quella guerra portò allo scoperto i temi del razzismo italiano, convogliato nel primo tempo sulle popolazioni africane ma già pronto a indirizzarsi verso gli alloglotti e gli ebrei.

Cronologia 1935 - 1937

1935


  • Il generale Rodolfo Graziani nominato governatore della Somalia. Ha inizio la mobilitazione e la partenza per l'Africa Orientale di consistenti reparti militari.

  • Partito comunista e PSI prendono posizione contro il rischio di una guerra in Etiopia. Anche le altre organizzazioni antifasciste si mobilitano.

  • Il Consiglio dei ministri istituisce il "sabato fascista" da dedicare all'educazione militare e politica.

  • Invasione dell’Etiopia da parte delle truppe italiane.

  • La Società delle nazioni dichiara l’Italia paese aggressore e vota blande sanzioni economiche.

  • Congresso a Bruxelles degli italiani all’estero contro la guerra di Etiopia.

  • “Giornata della fede”: gli italiani sono invitati a consegnare le fedi nuziali e altri oggetti d'oro per sostenere la guerra in Etiopia e l'‘assedio economico’ imposto dalla Società delle nazioni.

1936


  • Discorso di Mussolini che annuncia l'avvio della politica "autarchica".

  • Incontro a Berlino tra i responsabili della polizia italiana e tedesca per concordare una strategia comune di repressione degli oppositori politici.

  • Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, è occupata dalle truppe italiane.

  • Mussolini proclama la costituzione dell’Impero. Vittorio Emanuele III assume il titolo di Imperatore di Etiopia, Eritrea e Somalia. Badoglio viene nominato viceré d'Etiopia. Nel corso del conflitto gli italiani hanno avuto 4.840 morti (più altre migliaia tra le truppe coloniali). Gli abissini denunciano oltre 700.000 morti tra militari e civili.

  • Badoglio torna in Italia a riprendere il suo posto di capo di stato maggiore generale. Graziani subentra nella carica di viceré di Etiopia e scatena una feroce controguerriglia nei confronti dei patrioti abissini.

  • La Società delle nazioni abroga le sanzioni economiche contro l’Italia.

  • Ha inizio la guerra civile spagnola. Mussolini fornisce aiuti militari, poi decide di intervenire direttamente con l’invio di ‘volontari’.

  • Viene costituita la Colonna Italiana che porta il nome di Francisco Ascaso. Comandata da Carlo Rosselli, è impiegata sul fronte d'Aragona.

  • Si costituisce a Barcellona la Colonna Gastone Sozzi, composta da antifascisti italiani ed europei. Viene aggregata alla Colonna Libertad delle milizie popolari della Catalogna.

  • Varca la frontiera dei Pirenei il primo contingente delle Brigate Internazionali: sono circa 900 volontari, tra cui 150 italiani.

  • Viene costituita la XI brigata internazionale. Gli italiani sono inquadrati nel battaglione Garibaldi, agli ordini di Randolfo Pacciardi. Sono oltre tremila volontari, socialisti, comunisti e repubblicani. Il battaglione avrà cinquecento caduti.

  • Costituita la XII brigata internazionale. Anche in questo caso gli italiani sono inquadrati nel battaglione Garibaldi, il comunista Luigi Longo è nominato commissario politico della brigata.

  • L'Italia fascista riconosce ufficialmente il governo di Franco.

  • La Camera tributa a Mussolini il titolo di "Fondatore dell'Impero". Scattano in tutta Italia numerosi arresti di antifascisti che organizzano la raccolta di aiuti e la partenza di volontari in difesa della Repubblica spagnola.

1937


  • Sbarca in Spagna il primo contingente del Corpo Truppe Volontarie mandato da Mussolini a sostegno di Franco. Complessivamente andranno in Spagna 79.000 ‘volontari’ italiani tra esercito, marina e aviazione, di cui 6.000 caduti e 15.000 feriti.

  • Attentato contro il viceré Graziani ad Addis Abeba. Violenta rappresaglia italiana con centinaia di fucilazioni. Interi quartieri della città sono dati alle fiamme.

  • Per decisione del Gran Consiglio, diventa obbligatoria l'iscrizione al Fascio di tutti i dipendenti pubblici.

  • Nella battaglia di Guadalajara, in Spagna, le Camicie nere sono sbaragliate dai volontari delle Brigate internazionali.

  • Congresso antifascista a Lione. Partito comunista, PSI, PRI, GL e LIDU danno vita all’Unione popolare italiana.

  • Muore a Roma Antonio Gramsci, leader del Partito comunista d’Italia.

  • Riorganizzazione della XII brigata internazionale, intitolata a Garibaldi e composta prevalentemente da antifascisti italiani.

  • ei drammatici scontri nelle file repubblicane a Barcellona è ucciso dagli stalinisti Camillo Berneri, uno dei massimi esponenti del movimento anarchico italiano.

  • Il Ministero per la stampa e propaganda si trasforma in Ministero della Cultura popolare (Minculpop).

  • Assassinio dei fratelli Carlo e Nello Rosselli a Bagnoles de l'Orne da parte di elementi della Cagoule, organizzazione fascista francese sovvenzionata dall'OVRA mussoliniana.

  • L'Opera nazionale Balilla si trasforma in Gioventù italiana del littorio (GIL) e viene direttamente inquadrata nei ranghi del PNF.

  • L’Italia entra nel Patto Anticomintern, già in atto da un anno tra la Germania e il Giappone.

3. La seconda guerra mondiale: i fronti di guerra 1940-1943

L’Italia entrò in guerra al seguito della Germania, dopo un periodo di attesa (la non belligeranza) che si prolungò fino a quando la Francia non fu sconfitta. Nel maggio 1940 la Wermacht infatti scatenò un’offensiva che in breve tempo mise in ginocchio le forze anglofrancesi; e il 10 giugno, con il consueto reboante discorso agli Italiani, Mussolini annunciò di aver dichiarato guerra a Francia e Inghilterra.
L’iniziale strategia mussoliniana prevedeva di condurre una guerra parallela e indipendente rispetto a quella tedesca in modo da assicurare al fascismo un consistente bottino e porlo al riparo dalla concorrenza tedesca.
Le operazioni militari italiane si svolsero su tre grandi fronti: in Europa, dopo la ingloriosa vittoria sulla Francia, le armate italiane attaccarono nei Balcani e in Grecia e successivamente furono ingaggiate a sostenere l’attacco alla Russia. Il secondo fronte avrebbe dovuto essere la guerra nel Mediterraneo, dove la Marina avrebbe dovuto contrastare la potenza navale inglese, ma dove l’Italia si rivelò assolutamente impari agli obiettivi proposti. Il terzo fronte fu l’Africa: l’Etiopia e la Libia.

 

Ripetutamente sconfitta su ciascuno di questi fronti, l’Italia di Mussolini si trovò di fatto ostaggio della potenza militare tedesca. La preparazione italiana si rivelò del tutto inadeguata per motivi che gli studiosi riassumono così:

1) la produzione industriale a fini bellici era inadeguata rispetto all’entità del conflitto in corso sotto il profilo sia quantitativo sia qualitativo. Dopo la sconfitta gli industriali elaborarono la tesi secondo la quale gli sforzi dell’industria furono sabotati dall’insipienza e dalla corruzione della politica. Questa interpretazione, per quanto diffusa, è poco convincente se si tiene conto degli ampi margini di assoluta discrezionalità concessi agli imprenditori.

2) le alte gerarchie militari, che avevano avuto mano libera nella gestione della Forze Armate, impostarono tutta la loro strategia secondo una concezione arretrata, ferma all’esperienza della prima guerra mondiale: quest’ultima era stata una guerra di posizione, mentre la seconda si rivelò in poco tempo guerra di movimento. Di qui l’importanza dei trasporti, delle truppe corazzate, dell’aviazione che non furono forniti in misura e con requisiti adeguati alle necessità.

3) scarsa la motivazione delle truppe e degli stessi ufficiali, costretti gli uni e gli altri a cimentarsi con nemici non solo più attrezzati dal punto di vista dell’armamento, della comunicazioni e dei trasporti, ma anche più convinti della bontà della causa per la quale si battevano.

I fronti di guerra: la Campagna d’Africa e del Mediterraneo, la Campagna di Francia, la Campagna di Grecia, la Campagna di Jugoslavia e la Campagna di Russia.

Cronologia 1938 - 1940

1938


  • Viaggio di Hitler a Roma, si rafforza l’asse Roma-Berlino.

  • Viene pubblicato sulla stampa italiana il ‘manifesto degli scienziati razzisti’.

  • Inizia le pubblicazioni la rivista “La difesa della razza”.

  • Iniziano ad essere pubblicate norme antisemite. Le prime colpiscono la scuola – con l’esclusione degli ebrei dall’insegnamento e il divieto di iscrizione a scuole statali – e gli ebrei stranieri.

  • Il Gran Consiglio del fascismo vieta agli italiani di «razza ariana» di contrarre matrimonio con persone di «razza non ariana».

  • I volontari delle Brigate internazionali iniziano a lasciare la Spagna. I circa 59.000 volontari provengono da 52 paesi e la metà di loro muore in combattimento, o è dispersa o ferita. Altri 5.000 uomini combattono in unità dell'esercito repubblicano e almeno altri 20.000 lavorano nei servizi sanitari o ausiliari.

  • Sbarcano a Tripoli 20.000 contadini poveri con le loro famiglie, per colonizzare la ‘Quarta sponda’.

  • Il Consiglio dei ministri approva le leggi per la difesa della razza italiana e per la difesa della razza nella scuola. Inizia la persecuzione dei diritti degli ebrei italiani.

1939


  • Sostituzione della Camera dei deputati con la Camera dei fasci e delle corporazioni. Scompare la separazione tra potere legislativo ed esecutivo. Della precedente struttura statale rimane soltanto il Senato, i cui membri sono nominati dal re su proposta di Mussolini.

  • Circa 250.000 soldati repubblicani ottengono il permesso di entrare in Francia. Sono avviati ai campi di internamento improvvisati nel sud del paese.

  • I franchisti conquistano Madrid. Termina la guerra civile spagnola con la sconfitta delle forze repubblicane.

  • L'Italia invade l'Albania. Vittorio Emanuele III è proclamato ‘Re d'Albania’.

  • A Berlino Germania e Italia firmano il cosiddetto Patto d'Acciaio, che prevede un reciproco impegno all’intervento in caso di conflitto, l’impossibilità di firmare una pace separata e l’impegno ad azioni concordate.

  • Firma del patto di non aggressione tedesco-sovietico, che coglie di sorpresa Mussolini e che mette in forte difficoltà il Partito comunista. I socialisti rompono unilateralmente il patto d’azione con il Partito comunista.

  • La Germania invade la Polonia, ha inizio la seconda guerra mondiale. L’Italia si dichiara ‘non belligerante’, mentre Francia e Gran Bretagna dichiarano guerra alla Germania.

  • Appello di Giustizia e Libertà all’unità delle forze antifasciste. Viene chiesto al governo francese di costituire una Legione italiana, ma la proposta non è accolta.

1940


  • Ad Auschwitz comincia a funzionare la macchina dello sterminio nazista.

  • L'Italia dichiara guerra alla Francia (ormai sconfitta dai tedeschi) e alla Gran Bretagna.

  • Per avere voce al tavolo delle trattative Mussolini decide di attaccare le frontiere francesi; l’Esercito italiano incontra una tenace resistenza, e le perdite sono pesanti: 632 morti e 6.029 feriti in quattro giorni.

  • Viene firmato a Roma l'armistizio tra l’Italia e la Francia, Mussolini rinuncia a tutte le sue richieste.

  • Italia, Germania e Giappone firmano il Patto Tripartito.

  • L’Italia invade la Grecia. Truppe italiane varcano all'alba la frontiera albanese, ma i greci reagiscono opponendo un'efficace resistenza.

  • Offensiva britannica sul fronte libico-egiziano. In poche settimane verrà distrutta l'intera armata della Cirenaica (130.000 soldati italiani prigionieri, 10.000 i superstiti).

4. La seconda guerra mondiale: il fronte interno 1940-1943

Per quanto coperte dai comunicati menzogneri della stampa ufficiale, le notizie della sconfitte circolavano tra la popolazione e le difficoltà della guerra erano avvertite attraverso precisi indicatori, alla portata di tutti.
I razionamenti di derrate alimentari e di ogni genere prodotti di consumo (dal vestiario alla benzina agli stessi attrezzi per il lavoro) erano già incominciati con la guerra d’Etiopia come conseguenza delle inique sanzioni della Società delle Nazioni, ma con il conflitto mondiale furono resi ancor più restrittivi. Anche in tempo di pace il sistema annonario non era tuttavia non grado di assicurare al paese l’autosufficienza alimentare: nella penuria generalizzata degli anni di guerra prese vita un sistema di mercato nero che in breve tempo divenne parte integrante della vita sociale.
Le sconfitte militari sui fronti venivano presentate come dure ma transitorie necessità di ritirate tattiche; tuttavia non potevano essere celate fino in fondo, né potevano essere utilizzate quale motivo di più salda coesione nazionale, come era avvenuto dopo Caporetto perché il fascismo aveva imposto alla guerra il proprio marchio, tanto che il senso della solidarietà patriottica era sbiadito a favore di una identificazione ideologica e politica che era sempre meno condivisa.

 

Molto evidenti erano gli elementi che colpivano da vicino il sentire popolare. I dati complessivi sulle perdite umane tra le truppe, che pur costituivano pure un segreto accuratamente protetto dalla censura militare, non erano del tutto ignoti; in un conflitto di tali dimensioni le famiglie colpite erano tante che la notizia di un congiunto morto o disperso si diffondeva con rapidità creando alla lunga la consapevolezza della tragedia collettiva.

I bombardamenti sull’Italia complessivamente non raggiunsero mai l’entità distruttiva che ebbero in Germania o in Inghilterra, anche se un recente studio sostiene che su Roma il 19 luglio 1943 furono scaricate più bombe che su Londra per l’intera durata delle incursioni germaniche. L’Italia fu tuttavia poco colpita fino all’autunno 1942: dopo di allora, come conseguenza dell’avvicinarsi delle basi aree (nel Nordafrica) e del potenziamento dei mezzi aerei, anche la penisola fu soggetta e sistematici bombardamenti. La conseguenza più immediata fu l’intensificarsi del fenomeno dello sfollamento.
Immiserimento continuo delle condizioni di vita e sconfitte militari a ripetizione andavano minando sempre più gravemente prestigio e autorevolezza del fascio e del suo duce. Oltre che presso le classi popolari questo declino era avvertibile anche negli presso le classi dirigenti tradizionali da cui era venuto un robusto appoggio iniziale e un successivo duraturo consenso, del resto lautamente ricompensato. Ma le sorti della guerra non sembravano promettere grandi compensi futuri; i profitti andavano gonfiandosi per i settori industriali che producevano ai fini bellici, penalizzando quelli di beni di consumo pacifici; e i produttori agricoli incontravano crescenti difficoltà per la carenza di forza lavoro, di fertilizzanti e di carburanti per le macchine agricole. La classe operaia infine, la più colpita per le indurite condizioni di lavoro e per le restrizioni salariali, si apprestava a manifestare la propria opposizione in modo aperto, come avvenne con gli scioperi del marzo 1943.
Sensibile era la progressiva dissociazione della Chiesa, il cui orientamento sul piano internazionale, nello stato di guerra, era di assoluta neutralità; ma in Italia Pio XII invitò i fedeli ad assumere cautamente precise posizioni sul piano etico in vista di una ricostruzione cristiana della società.

Cronologia 1941 - 1943

1941


  • Il Partito fascista ordina in Italia la «mobilitazione civile» di 8 milioni di cittadini dai 18 ai 55 anni.

  • Inizia la controffensiva tedesca in Africa, riconquistata la Cirenaica fino al confine egiziano.

  • Invasione della Jugoslavia e della Grecia da parte degli eserciti tedesco, italiano, bulgaro e ungherese. L’Esercito italiano occupa Slovenia (che sarà in parte annessa allo Stato italiano) Dalmazia e Montenegro fino all’Albania. Dopo la firma degli armistizi (18 e 21 aprile) ha inizio la lotta partigiana contro gli eserciti nazifascisti.

  • Attacco tedesco all’URSS.

  • Viene costituito il Corpo di spedizione italiano da inviare in Unione sovietica a combattere a fianco dei tedeschi.

  • Accordo a Tolosa tra Partito comunista, PSI e GL per la costituzione di un Comitato d’azione antifascista.

  • Resa delle ultime forze italiane a Gondar, nell'Africa Orientale. Finisce l’Impero fascista.

  • Quattro giorni dopo l’attacco giapponese alla base navale americana di Pearl Harbour, l’Italia dichiara guerra agli Stati Uniti.

1942


  • Nuova controffensiva italo-tedesca in Africa settentrionale, che sarà bloccata dagli inglesi ad El Alamein in luglio.

  • In Germania la conferenza di Wannsee mette a punto le direttive per la "soluzione finale" del problema ebraico.

  • Si costituisce a Roma il Partito d'Azione.

  • Sul fronte russo viene costituito l’ARMIR (Armata italiana di Russia) forte di oltre 200.000 uomini.

  • Si ricostituisce clandestinamente a Roma il Partito socialista, con segretario Giuseppe Romita.

  • Nasce a Milano la Democrazia cristiana.

  • Battaglia di El Alamein. Alla fine di novembre le forze inglesi riconquistano tutta la Cirenaica.

  • Iniziano i bombardamenti dell’aviazione inglese sulle città italiane.

  • Sbarco anglo-americano in Marocco e in Algeria.

  • Discorso di Mussolini alla Camera dei fasci e delle corporazioni dopo due anni di silenzio. Il duce è costretto a riconoscere i pesanti costi pagati dall’Italia con 42.000 caduti e 232.000 prigionieri.

  • Inizia a Stalingrado la controffensiva dell’esercito sovietico. Ripiegamento tardivo delle truppe italiane, il grosso dell’ARMIR viene accerchiato e annientato.

1943


  • Nasce a Milano il Movimento di unità proletaria (MUP).

  • La VI Armata tedesca capitola a Stalingrado. È il momento di svolta della guerra.

  • Scioperi operai nel nord Italia. Nati inizialmente su basi rivendicative, assumono un carattere politico con la richiesta della fine delle guerra e del fascismo.

  • Dopo lo scioglimento dell’Internazionale comunista il Partito comunista d’Italia cambia nome in Partito comunista italiano.

  • Gli anglo-americani sbarcano in Sicilia, occupando rapidamente tutta l’isola.

  • Bombardamento di Roma, che provoca oltre 1.500 vittime tra la popolazione.

  • Riunione del Gran Consiglio del Fascismo. Votata una mozione di sfiducia a Mussolini.

  • Dopo un colloquio con Vittorio Emanuele III, Mussolini è arrestato. Badoglio è nominato capo del governo. Grandi manifestazioni antifasciste in tutta Italia, con decine di morti per la repressione governativa.

  • Il governo Badoglio decide di sciogliere il Partito fascista, di sopprimere il Gran Consiglio, la Camera dei fasci e delle corporazioni e il Tribunale speciale, di liberare i condannati politici.

  • Ricostruito il Partito liberale italiano, fondata Democrazia del lavoro.

  • Nasce a Roma, con la fusione tra PSI, MUP e l’Unione proletaria d’Italia il Partito socialista di unità proletaria (PSIUP), con a capo Pietro Nenni.

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