La Marcia su Roma fu celebrata dal fascismo con i toni epici di una grande impresa militare che portò Mussolini al potere; ma militarmente fu un fatto modesto, benché la sua ripercussione politica abbia spianato la strada alla dittatura. L’idea di una Marcia su Roma era circolata in tutte le componenti conservatrici del mondo politico italiano fin dal 1919 come soluzione di forza, in nome dell’ordine, dell’autorità e della grandezza patria: la cosiddetta guidata da Gabriele D’Annunzio ne era stata il preannuncio.
Negli anni successivi, segnati dalle lotte del biennio rosso, crebbe la vocazione autoritaria delle classi conservatrici, alimentata dalle paure di una rivoluzione bolscevica che in realtà non era forse mai comparsa all’orizzonte italiano. Fu in breve annullata dalla strategia fascista diretta a colpire le basi stesse del movimento operaio e di tutte le forze popolari (soprattutto socialiste ma anche cattoliche) con la distruzione delle Cooperative, delle Case del Popolo, delle Leghe contadine e con la sistematica persecuzione, spinta fino all’assassinio, dei singoli militanti e degli esponenti più in vista.
La marcia su Roma fu la prosecuzione e il completamento di tale opera di distruzione e al tempo stesso l’operazione in base alla quale Mussolini riuscì a presentarsi al re Vittorio Emanuele III quale unica soluzione alla crisi politica e istituzionale (). La fase definitiva si aprì con lo dell’agosto 1922, estremo tentativo unitario dei sindacati socialisti e cattolici di porre fine alle violenze fasciste. Per reprimere lo sciopero i fascisti si impadronirono dei maggiori centri dell’Italia settentrionale e centrale. A nelle giornate dal 2 al 5 agosto, si ebbe tuttavia un evento di rilievo: Guido Picelli, organizzatore politico degli Arditi del Popolo, costituisce l’unità antifascista (che anticipa quella della Resistenza) e, attraverso il coinvolgimento popolare, a mezzo di barricate costruite con materiali di recupero e realizzate nella parte più popolare della città, fece recedere gli squadristi di Balbo dalla “conquista” della città.
Il 13 agosto costituirono il comando unificato () delle loro forze; il 24 ottobre dopo un discorso di Mussolini a Napoli mirante a rassicurare la monarchia sul significato del colpo di stato che stava per scatenare, furono elaborati i piani operativi per l’azione conclusiva. A partire dal 27 ottobre la mobilitazione fascista portò all’occupazione di numerose prefetture e di sedi istituzionali nelle città dell’Italia centrale e settentrionale, senza alcuna reazione apprezzabile dei prefetti e delle autorità militari, inclini queste ultime a solidarizzare con i gruppi eversivi.
Il governo in carica, presieduto dal liberale Luigi Facta, deliberò la mattina del 28 ottobre di presentare al re un decreto per lo stato d’assedio, ma il monarca alla fine non ebbe il coraggio di difendere lo stesso Statuto del Regno su cui aveva giurato e rifiutò di firmarlo. Il governo si dimise. La sera del 29 ottobre Vittorio Emanuele convocò Mussolini che attendeva gli eventi a Milano e gli affidò la formazione del .
Le squadre (15.000 uomini il 28, che divennero 24.500 due giorni dopo) bloccate per due giorni sotto una pioggia battente a causa dell’interruzione delle linee ferroviarie a Santa Marinella, Monte Rotondo e Tivoli, entrarono il 30 ottobre in Roma ove compirono devastazioni e aggressioni, incontrando resistenze solo nel popolare quartiere di San Lorenzo. Sfilarono infine nei giorni successivi di fronte al re e a Mussolini. La resistenza delle autorità e delle altre forze politiche fu o debole o connivente. I comunisti e socialisti, divisi tra loro, non ebbero la forza di sostenere e guidare l’opposizione popolare; le forze liberali e democratiche e soprattutto i conservatori ritennero il fascismo un rimedio violento ma passeggero per tenere a bada la marea del sovversivismo.
1922
22 gen |
Muore Benedetto XV (Genova, 1854). |
2 feb |
Dimissioni del primo governo Bonomi. |
6 feb |
Eletto papa Ratti con il nome di Pio XI. |
26 feb |
Formazione del primo governo Facta. |
1° mar |
II congresso del PCd’I a Roma: le «tesi di Roma» prevedono l’opposizione a qualsiasi collaborazione con le altre forze democratiche in funzione antifascista. |
3 mar |
Assalto da parte di nazionalisti e fascisti al palazzo del governo di Fiume e dichiarazione di annessione della città all’Italia; il governo italiano affida provvisoriamente il potere a un comando militare. |
10 apr |
Conferenza internazionale a Genova sulla ricostruzione postbellica. |
1° mag |
Adunate fasciste a Rovigo e a Bologna in contrapposizione allo sciopero generale indetto dai socialisti. In mag. le adunate fasciste causano violenze contro socialisti, popolari, comuni, camere del lavoro. |
19 lug |
Dimissioni del governo Facta. |
23 lug |
Accordo a Santa Margherita Ligure tra Italia e Iugoslavia per normalizzare le relazioni tra i due paesi. |
24 lug |
Spedizione fascista a Magenta; raid squadrista a Ravenna il 26 lug.: 9 morti. |
1° ago |
Formazione del secondo governo Facta. |
1° ago |
Proclama del PNF: concesse allo Stato 48 ore per porre fine allo sciopero legalitario indetto dall’Alleanza del lavoro; in seguito entrano in azione le squadre fasciste. |
3 ago |
I fascisti occupano palazzo Marino a Milano, sede del Comune guidato da socialisti: discorso di D’Annunzio alla folla. Distrutta la sede cittadina dell’«Avanti!», l’occupazione della città si protrae per una settimana. |
3-5 ago |
Devastata la sede di «Il Lavoro» a Genova: morti e feriti. A Parma la battaglia tra fascisti e socialisti dura 5 giorni. Scontri a Livorno. A Milano, Genova e Parma i poteri sono trasmessi il 5 agosto alle autorità militari. |
20 set |
Discorso di Mussolini a Udine: rinuncia da parte del fascismo alla «tendenzialità repubblicana». |
1-3 ott |
XVIII congresso PSI a Roma: espulsa l’ala riformista, i cui membri fondano il Partito socialista unitario (PSU). |
8 ott |
Trattativa tra Giolitti e Mussolini per l’eventuale formazione di un nuovo governo. |
26-28 ott |
Marcia su Roma delle squadre fasciste guidate da M. Bianchi, Balbo, E. De Bono, C.M. De Vecchi: le autorità militari non oppongono resistenza. |
27-28 ott |
Dimissioni del governo: L. Facta propone lo stato d’assedio, il re rifiuta. |
29 ott |
Invito a Roma del re a Mussolini per la formazione del nuovo governo. |
31 ott |
Formazione del governo Mussolini, composto da fascisti, popolari e liberali. |
10 nov |
Abolita la legge sulla nominatività dei titoli azionari (l. n. 1919). Ritirato il progetto di riforma agraria approvato dalla Camera. |
16 nov |
Discorso «del bivacco» di Mussolini alla Camera per ottenerne la fiducia e la delega dei pieni poteri. |
24 nov |
La Camera delega a Mussolini i pieni poteri in materia economica e amministrativa (in vigore dal 3 dicembre): al governo è data facoltà di emanare provvedimenti legislativi senza il controllo del Parlamento. |
10 dic |
Elezioni amministrative a Milano, affermazione del Blocco Nazionale composto da fascisti, liberali e popolari. |
15 dic |
Istituito il Gran Consiglio del fascismo. |
18-20 dic |
Stragi e devastazioni compiute dai fascisti a Torino: 22 morti, più di 20 feriti. |
22 dic |
Amnistia ai condannati per violenze squadriste (decreto Oviglio). |
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Muore Benedetto XV (Genova, 1854).
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Dimissioni del primo governo Bonomi.
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Eletto papa Ratti con il nome di Pio XI.
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Formazione del primo governo Facta.
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II congresso del PCd’I a Roma: le «tesi di Roma» prevedono l’opposizione a qualsiasi collaborazione con le altre forze democratiche in funzione antifascista.
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Assalto da parte di nazionalisti e fascisti al palazzo del governo di Fiume e dichiarazione di annessione della città all’Italia; il governo italiano affida provvisoriamente il potere a un comando militare.
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Conferenza internazionale a Genova sulla ricostruzione postbellica.
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Adunate fasciste a Rovigo e a Bologna in contrapposizione allo sciopero generale indetto dai socialisti. In mag. le adunate fasciste causano violenze contro socialisti, popolari, comuni, camere del lavoro.
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Dimissioni del governo Facta.
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Accordo a Santa Margherita Ligure tra Italia e Iugoslavia per normalizzare le relazioni tra i due paesi.
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Spedizione fascista a Magenta; raid squadrista a Ravenna il 26 lug.: 9 morti.
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Formazione del secondo governo Facta.
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Proclama del PNF: concesse allo Stato 48 ore per porre fine allo sciopero legalitario indetto dall’Alleanza del lavoro; in seguito entrano in azione le squadre fasciste.
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I fascisti occupano palazzo Marino a Milano, sede del Comune guidato da socialisti: discorso di D’Annunzio alla folla. Distrutta la sede cittadina dell’«Avanti!», l’occupazione della città si protrae per una settimana.
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Devastata la sede di «Il Lavoro» a Genova: morti e feriti. A Parma la battaglia tra fascisti e socialisti dura 5 giorni. Scontri a Livorno. A Milano, Genova e Parma i poteri sono trasmessi il 5 agosto alle autorità militari.
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Discorso di Mussolini a Udine: rinuncia da parte del fascismo alla «tendenzialità repubblicana».
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Trattativa tra Giolitti e Mussolini per l’eventuale formazione di un nuovo governo.
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Marcia su Roma delle squadre fasciste guidate da M. Bianchi, Balbo, E. De Bono, C.M. De Vecchi: le autorità militari non oppongono resistenza.
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Dimissioni del governo: L. Facta propone lo stato d’assedio, il re rifiuta.
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Invito a Roma del re a Mussolini per la formazione del nuovo governo.
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Formazione del governo Mussolini, composto da fascisti, popolari e liberali.
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Abolita la legge sulla nominatività dei titoli azionari (l. n. 1919). Ritirato il progetto di riforma agraria approvato dalla Camera.
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Discorso «del bivacco» di Mussolini alla Camera per ottenerne la fiducia e la delega dei pieni poteri.
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La Camera delega a Mussolini i pieni poteri in materia economica e amministrativa (in vigore dal 3 dicembre): al governo è data facoltà di emanare provvedimenti legislativi senza il controllo del Parlamento.
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Elezioni amministrative a Milano, affermazione del Blocco Nazionale composto da fascisti, liberali e popolari.
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Istituito il Gran Consiglio del fascismo.
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Stragi e devastazioni compiute dai fascisti a Torino: 22 morti, più di 20 feriti.
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Amnistia ai condannati per violenze squadriste (decreto Oviglio).