Il partito socialista era uscito dalla guerra con un grande prestigio per la sua opposizione al conflitto e per aver dato voce alle proteste contro i massacri della guerra. Nel dopoguerra era stato alla testa delle lotte dei lavoratori, e la sua influenza era stata anche rafforzata dal mito della Rivoluzione d’Ottobre. Ma lo sbocco rivoluzionario in Italia non aveva avuto possibilità di realizzarsi per i limiti di un partito profondamente intriso della cultura riformista e per la forza di un apparato statale che non era in sfacelo come quello zarista. Il partito si trovava così diviso tra una maggioranza massimalista incapace di dare sbocco alle sue velleità rivoluzionarie e una minoranza riformista restia o impossibilitata ad appoggiare le soluzioni moderate.
Le difficoltà del socialismo erano acuite dalla necessità di tener fermo il rifiuto della guerra. Nell’esaltato clima nazionalista del dopoguerra, denso di celebrazioni per i caduti e per i sacrifici sofferti dall’intera nazione, la nomea di antipatrioti danneggiò gravemente la loro immagine un Paese che si era prosternato davanti al Milite Ignoto.
L’isolamento e il delinearsi di una sconfitta politica ineluttabile fu il fattore scatenante di un rottura esiziale nel PSI. La frazione di sinistra, dichiaratasi comunista, diede vita al Partito Comunista d’Italia, sezione italiana della III Internazionale (21 gennaio 1921). Strutturato sul modello del partito leninista poté sopravvivere anche negli anni della dittatura, pur pagando il prezzo di una stretta obbedienza alla dittatura di Stalin. Negli anni successivi altre scissioni smembrarono il Partito Socialista Italiano, incapace di compiere una scelta precisa tra riformismo e rivoluzione. I socialisti ritrovarono la loro unità solo nel 1943.
L’esperienza del Partito Popolare Italiano fu in parte diversa ma si concluse anch’essa con una drammatica rottura. I cattolici in grande maggioranza avevano aderito alla causa nazionale né li aveva danneggiati la denuncia del papa Benedetto XV contro l’inutile strage. Il partito, che aveva inalberato un vessillo di aconfessionalità per impostare la propria azione su un piano esclusivamente politico senza risvolti religiosi, aveva tuttavia al suo interno diverse correnti: moderati conservatori da una parte, dall’altra esponenti sindacali che avevano dato vita alla CIL. La mediazione del segretario don Luigi Sturzo poté mantenere unito il partito fino al dramma del 1921: in quella congiuntura tuttavia i popolari non ebbero il coraggio di assumere la responsabilità di un governo che bloccasse il fascismo. Dopo di allora i conservatori presero la strada dell’alleanza con Mussolini e con il Blocco Nazionale mentre il resto del partito, dopo una contraddittoria fase di collaborazione con Mussolini, si sbandava.
Il vasto e composito mondo liberale infine si trovava unito nel riconoscere al fascismo il pregio di aver piegato i movimenti popolari, tanto socialisti quanto cattolici. Per la gran parte i suoi esponenti consideravano il fascismo un fenomeno passeggero, destinato a esaurirsi non appena fosse stata superata la fase eccezionale che l’Italia stava attraversando.
1921
21 gen |
XVII congresso del PSI a Livorno: scissione della corrente comunista e fondazione del Partito comunista d’Italia (PCd’I), di cui è segretario Bordiga. Nel PSI maggioranza alla corrente massimalista: G. Bacci eletto segretario. |
3 feb |
Respinta dalla Camera la mozione di G. Matteotti, deputato socialista, contro gli atti di violenza fascista. |
28 feb |
Devastata dagli squadristi la Camera del lavoro di Trieste. |
23 mar |
Attentato al teatro Diana di Milano contro la detenzione di Malatesta: 21 morti e 70 feriti. Incendiata dalle squadre fasciste la sede dell’«Avanti!» di Milano. |
APR |
Squadristi incendiano la sede della «Giustizia» di Reggio Emilia e Camere del lavoro di Reggio Emilia e Mantova. |
15 mag |
Elezioni politiche: leggera flessione del PSI (124 seggi; 23,2%), modesto aumento del PPI (108; 20,2%); ingresso alla Camera dei fascisti (35 seggi); ai nazionalisti 11 seggi, 15 al PCd’I. |
15 giu |
Dimissioni del governo Giolitti. |
4 lug |
Formazione del primo governo Bonomi. |
6 lug |
Costituiti a Roma su iniziativa di ex ufficiali di sentimenti repubblicani e democratici gli Arditi del popolo per la difesa delle sedi dei gruppi popolari dalle violenze fasciste: resistono pochi mesi. |
21 lug |
Occupata da 500 fascisti, guidati da A. Dumini, la stazione ferroviaria di Sarzana (La Spezia); tentato assalto alle carceri di Sarzana per liberare lo squadrista R. Ricci: 18 morti e 30 feriti. |
2 ago |
«Patto di pacificazione» fra fascisti e socialisti. Il patto non è rispettato da parte fascista. |
16 ago |
Congresso regionale dei fasci emiliani a Bologna: il patto di pacificazione è respinto dai ras locali, rappresentanti della componente agraria (D. Grandi, I. Balbo, R. Farinacci, G. Caradonna). |
18 ago |
Dimissioni di Mussolini dalla commissione esecutiva dei fasci a seguito delle deliberazioni del congresso regionale romagnolo: il consiglio nazionale fascista (26-27 ago.) respinge le dimissioni pur non imponendo una linea precisa circa il patto di pacificazione. |
set-dic |
Nuove spedizioni punitive, condotte senza l’intervento delle forze dell’ordine o con la loro aperta complicità. |
10-15 ott |
XVIII congresso PSI a Milano: discussa la linea del partito in relazione alle violenze fasciste; maggioranza della corrente massimalista. |
15-16 ott |
Costituito ad Alba (Cuneo) il Partito dei contadini d’Italia: strutturato soprattutto in Piemonte, il partito opera per la difesa dei contadini salariati contro la proprietà terriera. |
20-23 ott |
III congresso PPI a Venezia: mozione di maggioranza favorevole a una collaborazione con gli altri partiti democratici in funzione antifascista. Sturzo è confermato segretario del partito. |
7-11 nov |
III congresso dei Fasci di combattimento a Roma: decisa la trasformazione del movimento dei fasci in Partito nazionale fascista (PNF), di cui è eletto segretario M. Bianchi. |
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XVII congresso del PSI a Livorno: scissione della corrente comunista e fondazione del Partito comunista d’Italia (PCd’I), di cui è segretario Bordiga. Nel PSI maggioranza alla corrente massimalista: G. Bacci eletto segretario.
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Respinta dalla Camera la mozione di G. Matteotti, deputato socialista, contro gli atti di violenza fascista.
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Devastata dagli squadristi la Camera del lavoro di Trieste.
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Attentato al teatro Diana di Milano contro la detenzione di Malatesta: 21 morti e 70 feriti. Incendiata dalle squadre fasciste la sede dell’«Avanti!» di Milano.
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Squadristi incendiano la sede della «Giustizia» di Reggio Emilia e Camere del lavoro di Reggio Emilia e Mantova.
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Elezioni politiche: leggera flessione del PSI (124 seggi; 23,2%), modesto aumento del PPI (108; 20,2%); ingresso alla Camera dei fascisti (35 seggi); ai nazionalisti 11 seggi, 15 al PCd’I.
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Dimissioni del governo Giolitti.
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Formazione del primo governo Bonomi.
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Costituiti a Roma su iniziativa di ex ufficiali di sentimenti repubblicani e democratici gli Arditi del popolo per la difesa delle sedi dei gruppi popolari dalle violenze fasciste: resistono pochi mesi.
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Occupata da 500 fascisti, guidati da A. Dumini, la stazione ferroviaria di Sarzana (La Spezia); tentato assalto alle carceri di Sarzana per liberare lo squadrista R. Ricci: 18 morti e 30 feriti.
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«Patto di pacificazione» fra fascisti e socialisti. Il patto non è rispettato da parte fascista.
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Congresso regionale dei fasci emiliani a Bologna: il patto di pacificazione è respinto dai ras locali, rappresentanti della componente agraria (D. Grandi, I. Balbo, R. Farinacci, G. Caradonna).
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Dimissioni di Mussolini dalla commissione esecutiva dei fasci a seguito delle deliberazioni del congresso regionale romagnolo: il consiglio nazionale fascista (26-27 ago.) respinge le dimissioni pur non imponendo una linea precisa circa il patto di pacificazione.
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Nuove spedizioni punitive, condotte senza l’intervento delle forze dell’ordine o con la loro aperta complicità.
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XVIII congresso PSI a Milano: discussa la linea del partito in relazione alle violenze fasciste; maggioranza della corrente massimalista.
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Costituito ad Alba (Cuneo) il Partito dei contadini d’Italia: strutturato soprattutto in Piemonte, il partito opera per la difesa dei contadini salariati contro la proprietà terriera.
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III congresso PPI a Venezia: mozione di maggioranza favorevole a una collaborazione con gli altri partiti democratici in funzione antifascista. Sturzo è confermato segretario del partito.
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III congresso dei Fasci di combattimento a Roma: decisa la trasformazione del movimento dei fasci in Partito nazionale fascista (PNF), di cui è eletto segretario M. Bianchi.