Didattica – La violenza coloniale

La violenza coloniale fascista

La violenza costituisce una componente essenziale nel colonialismo. Tra Otto e Novecento, il dominio diretto da parte di potenze europee su territori e popolazioni dell’Africa e dell’Asia si è realizzato dispiegando la forza militare, lo sfruttamento economico, le coercizioni amministrative e le imposizioni culturali.

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Didattica – I provvedimenti di internamento per ebrei

I provvedimenti di internamento per ebrei italiani e stranieri

L’istituto dell’internamento è un provvedimento restrittivo della libertà di una persona, una misura di sicurezza interna e militare che, in caso di conflitto, ogni Stato ha il potere di mettere in atto nei confronti di stranieri di nazioni nemiche residenti nel suo territorio; è regolato da leggi internazionali e prevede l’allontanamento degli individui ritenuti «pericolosi nelle contingenze belliche» da zone del paese considerate militarmente importanti, e il conseguente invio in località dove sia facile esercitarne la sorveglianza.

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Didattica – Gli strumenti dello Stato fascista

Gli strumenti dello Stato fascista per il controllo e la repressione del dissenso

Il nuovo Stato totalitario fu costruito intorno a un principio cardine: la cancellazione delle libertà (politiche, sindacali, di stampa) e la repressione di chiunque non si adeguasse alle direttive del fascismo.

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Didattica – Educare alla violenza

Educare alla violenza tra scuola, organizzazioni giovanili e tempo libero

Il fascismo, una volta al potere, cercò di organizzare l’educazione e il tempo libero dell’infanzia e della gioventù, introducendo elementi ideologici che dovevano essere a fondamento dell’«uomo nuovo fascista»: obbedienza, senso della gerarchia, orgoglio nazionale, bellicismo, virilità.

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Didattica – Il confino

Il confino

All’indomani dell’unificazione nazionale fu istituito un provvedimento transitorio contro il brigantaggio denominato «domicilio coatto», legalizzato poi con la legge Pica nel 1863. Nei decenni successivi venne sempre più utilizzato come strumento di repressione del dissenso politico e sociale. Fu infatti ufficialmente reintrodotto nell’ordinamento giuridico – con la denominazione «confino di polizia» – dal regime fascista nel 1926.

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Didattica – Il Tribunale speciale

Il Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1927-1943)

Il Tribunale speciale ebbe il potere di processare il dissenso al regime: diffidare, ammonire, sottoporre a «vigilanza speciale» o condannare a pene detentive (carcere e/o confino) chiunque fosse ritenuto pericoloso per l’ordine pubblico e la sicurezza del regime fascista.

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Didattica – La marcia su Roma

La marcia su Roma

La marcia su Roma fu realizzata al culmine di due anni di violenze fasciste che sbaragliarono le organizzazioni di sinistra e i sindacati socialisti e cattolici. La violenza delle «squadre d’azione» colpì gli attivisti dei partiti antifascisti o dei sindacati per umiliarli e terrorizzarli.

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Didattica – La violenza dello squadrismo fascista

La violenza dello squadrismo fascista

Il termine «squadrismo» richiama storicamente l’esplosione della violenza fascista, a cui si assistette in Italia tra il 1919 e il 1922, esercitata nei confronti di oppositori politici, sedi della loro attività e simboli della loro fede politica.

Questo fenomeno politico-sociale non fu utilizzato uniformemente sull’intero territorio della penisola ma fu concentrato soprattutto in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Puglia: vale a dire nelle regioni in cui – durante il biennio 1919-1920 – il Partito socialista e il Partito popolare avevano conquistato democraticamente l’amministrazione di numerosissimi Comuni e gettato le basi per sostanziali riforme economico-sociali, regioni nelle quali i sindacati operai e contadini avevano ottenuto importanti vittorie sul padronato, rappresentando una minaccia per l’ordine sociale e il potere costituito.

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